Appena 15 giorni 

Cos’è il Canada?
È il bartender che in una serata si è fatto 100$ di mancia, ma la divide a metà esatta, centesimo per centesimo, con te che sei l’ultima arrivata, quando oltretutto hai sbagliato 2 drink e rotto un bicchiere il giorno prima.

Sono gli sconosciuti per strada, che palesemente non ti conoscono, ma ti sorridono per poi dirti: “Hey! How you doing today?!” aspettandosi una risposta e una contro domanda.


Sono i pedoni che non guardano prima di attraversare. 

Sono i ritmi di lavoro (8 ore al dì, mezz’ora di pausa pranzo e tutti a casa per le 16:30 e non perché fa buio presto d’inverno) e i tipi di lavoro (sono tutti abituati ad averne due/tre diversi) che ti permettono di vivere in modo dignitoso, di cambiare luogo, colleghi e boss in semplicità. 

È la stampante 3D in biblioteca. In biblioteca!

È il sorriso che hanno sempre sul volto. Di cortesia più che altro, derivato dalla poca spontaneità della razza britannica che non potrà che perdere davanti all’entusiasmo made in Italy.

È la cameriera che serve nello stesso posto da 11 anni e che ti mette nel grembiule 3 caramelle al mou per darti la carica energetica giusta per affrontare la chicken wings –fucking-night (ora non odierò più la domenica sera, in previsione del rientro del lunedì, ma il mercoledì sera e i polli… -_-)

È un signore che ti consiglia di andarti a comprare una maschera di Halloween… e già qui… Comunque suggerisce di posizionarla dietro la testa, al contrario, così da sembrare una cretina che non sa fare manco a capirne il verso giusto, ho pensato; ma la motivazione di tutto ciò ti potrebbe salvare la vita durante i tuoi programmi di hiking contro, come li chiama lui, i “cat“. Altri non sono che quei simpatici puma famosi nella BC; animali selvatici che attaccano per attaccare e lo fanno in sordina, quando sei di spalle. Per non parlare degli orsi neri, ma per loro non esistono maschere adatte a aiutarti. Li sono cazzi. Amari.


Sono gli immigrati italiani di seconda generazione che ti becchi come famiglia adottiva che, seppur con le loro stranezze (Mrs è talmente tanto asmatica che per accertarsi che io non usi i prodotti sbagliati per la doccia/shampoo mi annusa tutte le volte che faccio il bagno; inoltre mi ha fatto lavare tutti i vestiti portati dall’Italia perché erano “impregnati” di profumo, per giunta cattolica conservatrice e votatrice Trump, ecc.) ti fanno trovare a mezzanotte il piatto da mettere nel microonde e poi, grazie al cielo, nello stomaco. Insomma mi nutrono e mi danno un letto dove dormire, cose da non poco, che con i chiari di luna che ci sono oggi… 

È il paesaggio che di giorno ti accompagna nelle tue fantasticherie su quando scalerai quella montagna, quando esplorerai quel bosco, quando avrai un mezzo di trasporto per andare dove il vento ti porterà.

È la notte con il naso all’insù, quando torni a “casa” dal lavoro, perché c’è una luce diversa da quella a cui sei abituata. Ti ritrovi così a fissare le miriadi di stelle che popolano il cielo; che mai ne hai viste così tante. 


Siamo sotto lo stesso cielo. Alti e bassi. Così è la vita. Così mi sento. 

Devo ancora aggiustare il tiro, su di me qui e su di loro lì.

Sto affrettando troppo le cose se ora mi metto a fare i conti dei primi 15 giorni trascorsi su suolo canadese? 

Poi mi accorgo che sono in Canada, my secret dream, my sweet secret dream; quindi mi/ti darò ancora qualche momento per decidere. Una cosa sola chiedo: destino palesati. Oppure ti paleserò io, con un pugno dritto sul grugno!
XXOO
Didone

4 Comments Add yours

  1. milly92c says:

    Grazie perchè leggendo il tuo post è un pò come vivere quel sogno in quel pezzo di mondo che ho sempre desiderato…. è come se ci fosse un’altra me che fa le mie stesse riflessioni esistenziali proprio in quel posto dove volevo essere e non sono… buffo…ma bello 😀

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    1. Didone says:

      Sono contenta che in qualche modo ti senta partecipe anche tu di questo mio viaggio emotivo e fisico. Ieri riflettevo sul fatto che anche se questa esperienza non mi porterà, professionalmente parlando, dei vantaggi, io sono comunque felice di esserci riuscita (che poi già lo sapevo prima di partire). Di aver raggiunto un sogno, di viverlo. Questa cosa mi dà una forza immensa. Non puoi immaginare quanta, nonostante le giornate brutte, i pasticci al lavoro, il non riuscire a dire tutto quello che vorrei dire in lingua straniera. A parte godermi ogni singolo momento, devo anche pensare a come poter rimanere qui… almeno per un altro po’…

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      1. milly92c says:

        invece so come è, anche io ho vissuta la mia esperienza ed è un altro mondo…. si affronta tutto in modo diverso… mi manca molto quella sensazione ! La vita non è solo “professione”, è soprattutto esperienze che meritano di essere vissute.. secondo me hai fatto benissimo ad andare 🙂
        forza e coraggio!!

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  2. Didone says:

    Sono contenta ed orgogliosa di me stessa, questa esperienza mi sta arricchendo giorno dopo giorno 🙂

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